Rischio sismico

I Terremoti sono fenomeni naturali che fanno parte del complicato funzionamento della terra. La maggior parte di essi avviene in fasce molto limitate dal globo. Proprio le fasci dove avvengono i terremoti sono state utilizzate per definire i bordi delle “zolle o placche”, in cui, secondo la teoria detta della “tettonica delle zolle o delle placche”.

Nell’ambito di questa teoria si suppone che i terremoti avvengono in relazione ai lentissimi movimenti relativi delle zolle, in questo movimento lento e progressivo, le zolle venendo a contatto tra di loro, si comprimono e, dopo aver accumulato un’enorme energia danno luogo a bruschi scorrimenti o alla frattura degli strati rocciosi le enorme spaccature in cui avvengono gli scorrimenti vengono chiamate faglie. Questa energia accumulata si libera in forma di onde e si propaga in superficie dando luogo a vibrazioni del suolo conosciute come scosse sismiche. Questi movimenti delle zolle provocano notevoli deformazioni degli strati più esterni della terra: I TERREMOTI.

TIPOLOGIA DELLE ZONE SISMICHE

Su basi morfologiche e geologiche si possono distinguere tre tipi di zone sismiche:

il primo tipo di zona sismica è strettamente connesso alle fosse oceaniche e sistemi di archi insulari. La fossa è una zona in cui la placca litosferica si immerge verso l’interno della terra e viene assorbito dal mantello;

il secondo è rappresentato dall’asse delle dorsali oceaniche. Si tratta di profonde incisioni strette e lunghe dei fondi oceanici in cui si verifica una continua risalita di materiale lavico (presenza di attività vulcanica). In tali luoghi si attua la cosiddetta espansione dei fondi oceanici, le placche si allontanano uno dall’altra;

il terzo tipo è caratterizzato dall’assenza di attività vulcanica e da frequenti e considerevoli spostamenti orizzontali di due parti della crosta terrestre, l’uno rispetto all’altro, faglia di San Andrea;

Il caso di scorrimento si ha quando due placche scivolano l’una rispetto all’altra senza formazione o senza distruzione della CROSTA TERRESTRE: è il caso della FAGLIA di San Andrea  in California, famosa perché accompagnata nel suo movimento da frequenti TERREMOTI,come quello San Francisco nel 1906

 

 

IPOCENTRO ED EPICENTRO

La zona del sottosuolo dove si verifica questo fenomeno è detta ipocentro; mentre l’epicentro è invece quel luogo sulla superficie della terra direttamente al di sopra dell’ipocentro, ed è di solito la zona in cui le scosse raggiungono la maggiore intensità.

La Scienza che studia i terremoti è la Sismologia, egli strumenti che li registrano si chiamano sismografi.

I sismografi attraverso i sensori, ricevono gli impulsi delle vibrazioni della superficie terrestre e li trasmettono sotto forma di tracciato, chiamato sismogramma, ad un rullo di carta in movimento.

 

SCALA RICHTER E MERCALLI

Dall’ampiezza degli impulsi gli scienziati deducono l’intensità del terremoto e la sua ubicazione attraverso due modalità di rilevamento: magnitudo – la quantità di energia effettivamente sprigionata, misurabile con la scala Richter, una grandezza esprimibile numericamente; l’intensità sismica – valuta la severità del terremoto, misurabile con la scala Mercalli, una grandezza non esprimibile numericamente. 

 

 

PREVISIONE E PREVENZIONE DEI TERREMOTI

 

E’ risaputo che il Territorio di Augusta non convive solo con il rischio sismico, ma anche con  il rischio chimico industriale, il rischio ambientale, (anche se circoscritti alle zone limitrofe agli stabilimenti) ed il rischio militare fanno del suo territorio e di quello circostante un’area a più rischi che richiede una seria attenzione delle Istituzioni Centrali e periferiche dello Stato, per mitigare le conseguenze di un eventuale sisma più grave di quello del 13 Dicembre 1990. Oggi non è ancora possibile in modo sistematico prevedere con sufficiente margine di tempo quando accadrà un terremoto, ne prevedere il luogo o l’energia che si sprigionerà. Lo studio della sismicità storica e strumentale, permette di individuare le zone a maggior rischio sismico. In queste aree è possibile agire per prevenire i danni, realizzando costruzioni che resisteranno ai terremoti, ed attuando misure di intervento tese a riqualificare il patrimonio edilizio ed artistico.

 

Cosa si intende per previsione e prevenzione?

 

previsione – consiste nelle attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi.

 

prevenzione – si intende l’attività indirizzata ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verificano danni conseguenti agli eventi calamitosi.

 

Fanno parte della prevenzione:

 

L’assetto del territorio con le infrastrutture occorrenti;

la puntuale applicazione delle norme antisismiche nelle nuove costruzioni;

interventi tempestivi sulle costruzioni esistenti e bisognose di restauro

una efficiente organizzazione di protezione Civile;

piani di emergenza elaborati dalle competenti autorità e fatti conoscere alla popolazione;

una adeguata informazione del fenomeno;

l’educazione dei cittadini a un comportamento razionale e ordinato da tenere prima, durante e dopo il terremoto.

E’  sempre  bene……..

 

 * Accertarsi del buono stato della propria abitazione;

 

* Conoscere il piano di Evacuazione Comunale in caso di terremoto: quali sono le aree di raccolta più vicine

 

   all’abitazione e sicure;

 

* Saper chiudere gli interruttori generali di gas, acqua e luce nella propria abitazione;

 

* Fissare bene alle pareti scaffali, mobili pesanti;

 

* Conoscere quali sono i punti della casa più sicuri per spessore dei muri, archi portanti ;

 

 

IN CASO DI TERREMOTO:

 

IN CASA

 

 

* Mantenere la calma ;

 

* Ripararsi sotto i muri maestri, architravi, nei vani delle porte, sotto i tavoli, negli angoli in genere ;

 

 

 

* Cercare di uscire se si è molto vicini a una porta di uscita che immette in un luogo ampio e aperto; 

 

* Tenersi lontani da tutto ciò che può cadere (oggetti appesi, vetri, impianti elettrici volanti);

 

 

 

* Non sostare sui balconi o sulle scale 

 

* Non prendere l’ascensore;

 

* Usare il telefono solo in caso di grave difficoltà; 

 

* Recuperare qualcosa, se possibile: un maglione, scarpe, una coperta, del cibo, acqua; 

 

* Appena possibile recarsi nei punti di raccolta ;

 

 

 

* Stare lontani dalle spiagge per il pericolo di maremoti ; 

 

 

 A SCUOLA

 

 

 

* Cercare riparo sotto il banco più vicino potrebbero cadere oggetti e distaccarsi parti d’intonaco; 

 

 

* Conoscere il percorso più vicino per evacuare l’edificio;  

 

 

* Mantenere la calma e non urlare ;

 

 

 

* Mettere in pratica le istruzioni di sicurezza ;

 

* Dirigersi verso il punto di raccolta in caso di evacuazione;

 

* Prendersi cura della propria e altrui sicurezza;

 

* Astenersi dal compiere operazioni e manovre che non siano di competenza;

 

 

 

ALL’APERTO

 

* Tenersi il più possibile lontano dagli edifici e cercare di raggiungere spazi aperti;

 

 

 

* Non cercare di rientrare negli edifici anche al termine della scossa rimanere all’aperto;

 

* Fermare l’automobile durante la scossa di terremoto; allontanarsi da rocce che possono franare;

 

 

 

* Non sostare sopra e sotto i ponti e non uscire dall’auto fino a quando non è terminata la scossa;

 

DOPO IL TERREMOTO…..

 

IN CASA

 

* Togliere la corrente, chiudere il rubinetto del gas e dell’acqua. Spegnere comunque la caldaia e non accendere fornelli, stufe, candele, accendini: si potrebbero verificare fughe di gas. Evitare di usare il telefono per non intasare le linee: una radio portabile sarà sufficiente per ascoltare i notiziari.

 

ALL’APERTO

 

* Evitare di sostare presso edifici pericolanti, in prossimità di fabbriche ed impianti industriali. Raggiungere spazi aperti evitando però le spiagge per il pericolo di onde anomale. Non avvicinarsi ad animali i quali potrebbero avere reazioni aggressive a causa dello spavento.